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MATTEO FORTE (ADPM DRONES) – CON I DRONI SORVEGLIANZA E SICUREZZA PRIMA DEI PACCHI A CASA

I droni sono un oggetto affascinante, che però ha bisogno di una bella ripulita in termini di conoscenza. Per prima cosa sono “sensori volanti”, da considerare a tutti gli effetti all’interno dell’IoT perché dotati di una sostanziale componente digitale. Sono ancora molto lontani dal consegnarci a casa i pacchi a casa, mentre sono decisivi per il rilevamento, l’elaborazione e la trasmissione di dati.

Matteo Forte, che qui li descrive a 360 gradi, è il Ceo di ADPM Drones, una delle rarissime aziende italiane che non li re-ingegnerizza, ma li produce: parte dall’approvvigionamento di materiali sofisticati da Cina e Germania, e ha produzione, ricerca e sviluppo in Italia, dove realizza droni professionali di peso inferiore a 300 grammi, e dunque “di libero utilizzo”, principalmente utili alla sorveglianza e alla sicurezza privata.

Il suo “mercato” è circoscritto da ragioni regolamentari, che presto porteranno il “drone per tutti” a limite dei 250 gr. Un livello a cui Forte sta già adeguando i suoi prodotti.

Intervista estratta dal business report privato 11 note di Intelligence Economica di Company | Note.  

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Il mercato – Quanti droni sono venduti in Italia negli ultimi anni? Quanto è il giro d’affari annuo? Come sono i relativi trend (crescita, geografici, di prezzo)?

Trovare dati rilevanti sul mercato italiano non è semplice, gli ultimi disponibili (Doxa Marketing Advice) sono del 2015 e parlano di un mercato nazionale da 350 milioni di euro. Da un punto di vista più ampio, abbiamo le stime della Commissione Europea che parlano di un trend di fortissima crescita che porterà il mercato globale dei droni civili a 15 miliardi di euro entro il 2024 e Gartner che parla di 11.2 miliardi di dollari entro il 2020.

In ogni caso, c’è un forte tema di metodo e definizione quando parliamo di questi numeri: ovvero la distinzione fra droni per utilizzo ricreativo ed utilizzo professionale, droni civili e droni militari, fra quota di mercato derivante dalla vendita di prodotti e quota di mercati derivante da prestazioni di servizi.

Le linee di confine fra queste diverse aree non sono sempre facilmente identificabili e non sempre sono coerenti fra una ricerca e l’altra. Inoltre, i droni sono spesso inseriti nel più ampio settore dell’IoT, settore ampissimo di cui abbiamo stime mirabolanti e stessi – se non maggiori – problemi di definizione.

Il concetto chiaro e su cui tutti sono d’accordo è che ci troviamo in un mercato interessantissimo, in forte crescita e – se mi è permesso esprimere un parere personale – solo parzialmente esplorato. In particolare dal punto di vista delle applicazioni professionali: non c’è riunione, incontro o appuntamento in cui parliamo delle nostre soluzioni e qualcuno non trovi un’applicazione verticale ancora inesplorata.

Il mercato di settore – Nel vostro sito parlate di B2B. Chi è il vostro cliente modello? Quanti sono i privati (aziende) e quanti i clienti pubblici?

Ci rivolgiamo principalmente a clienti privati: in primis società private di sorveglianza e sicurezza privata. Queste realtà generalmente offrono servizi di vigilanza territoriale, pattuglia, anti-rapina, scorta e portavalori.

Ricerche ci dicono che l’intero settore conta oggi circa 1300 imprese, con quasi tre miliardi e trecento milioni di fatturato e 70.000 occupati. Ci sono poi le grandi aziende che gestiscono in-house le funzioni di security e stanno cercando nuovi modi per gestire rischi, monitorare i propri stabilimenti e proteggere i propri asset.

Pensate – solo per citare alcuni casi – a RFI, Autostrade, Terna, ENI o ENEL. Infine, riguardo al settore Pubblico, Difesa, Protezione Civile, Forze di Polizia e Polizie Locali. Come sappiamo, le Forze di Polizia sono autorizzate da qualche tempo all’utilizzo dei droni con finalità di contrasto a reati, atti di natura terroristica e ricognizione del territorio (incidenti, infortuni).

La produzione – Quante realtà produttive di droni ci sono in Italia? Chi sono i Paesi concorrenti e chi è il più forte produttore?

In Italia contiamo alcune decine di aziende realmente attive nella progettazione e produzione di droni. Quelle attive nel nostro specifico mercato di riferimento (droni professionali di peso inferiore a 300 grammi, e dunque “di libero utilizzo”) si contano sulle dita di una mano, e la gran parte si dedicano a re-ingegnerizzare prodotti altrui piuttosto che a realizzarne di appositi, come invece facciamo noi in ADPM Drones.

Parlando del settore più in generale, l’azienda più forte in questo momento è sicuramente la cinese DJI: ha diverse migliaia di dipendenti e – nel 2017 – ha catturato il 70% del mercato globale con 2.7 miliardi di dollari di vendite (di cui la stragrande maggioranza proveniente da droni dedicati al mercato consumer. Quelli disponibili nelle grandi catene di elettronica, per intenderci).

La progettazione – Essendo un settore relativamente nuovo, quali sono le competenze e i settori di provenienza di chi li progetta?

Riguardo alla progettazione cerchiamo sicuramente collaboratori e professionisti con background ingegneristici: in particolare ingegneria aerospaziale, meccanica ed elettronica. Il tema interessante, dal punto di vista del recruiting di collaboratori e partner industriali, è che non è difficile trovare persone estremamente qualificate ma prive di un background formale nei settori di cui sopra, e persone che – nonostante l’area di formazione concettualmente in linea – non essendosi mai approcciati al tema “Droni” hanno qualche difficoltà iniziale a relazionarcisi. Per questo è importante tenere sempre gli occhi aperti quando parliamo con un nuovo potenziale partner o collaboratore!

I materiali e le componenti – Ciò che viene impiegato per la costruzione proviene da diversi Paesi o si trova tutto in italia?

Importiamo molto da Cina e Germania. Solo parte dei componenti che impieghiamo vengono dall’Italia, dove invece – fra Roma e Milano – avviene tutta l’R&D e la produzione dei nostri prodotti. Subiamo un po’ le recenti evoluzioni geopolitiche, in particolare per l’approvvigionamento di alcuni componenti o particolari sensori (termocamere, …), quindi siamo sempre sul pezzo ricercando i migliori fornitori.

L’utilizzo – Qual è l’utilizzo più diffuso che se ne fa?

Diverse ricerche evidenziano come gli sviluppi più interessanti – nel mercato professionale – siano quelli relativi alla sicurezza e alle ispezioni: principalmente nell’oil&gas, nell’energia e nelle infrastrutture (anche di trasporto).

Si è sempre parlato molto dell’agricoltura di precisione, ma fra i margini risicati delle imprese che operano in quel settore e la complessità delle operazioni quel mercato sta andando più lentamente rispetto a quello che in molti si aspettavano.

Infine, per dispiacere di molti, al di là della risonanza che questo utilizzo ha sui media, nessun drone ci consegnerà i pacchi ordinati direttamente alla porta ancora per diversi anni. Sono attive delle sperimentazioni ma non su scala rilevante, principalmente per problemi legati alla regolamentazione e alla mancanza di infrastrutture adatte.

La sicurezza e sorveglianza – Come vengono impiegati per la gestione della sicurezza e della sorveglianza?

Come possiamo facilmente immaginare i metodi tradizionali di sorveglianza sono tipicamente limitati dalla natura stazionaria della camera, normalmente gestita manualmente o mantenuta in posizione fissa tramite treppiede o altre strutture di supporto.

I Droni sono la soluzione ideale ai problemi e ai limiti dei classici metodi di sorveglianza. La sorveglianza tramite drone risulta infatti più efficace, veloce ed economica rispetto agli altri metodi, oltre ad avere una serie di altri vantaggi.

I Droni possono infatti operare in spazi difficilmente accessibili dall’uomo, essere molto silenziosi ed equipaggiati con termo-camere e telecamere notturne, raccogliendo immagini e filmati in modalità in cui l’occhio umano non può fare.

In particolare, negli scenari dinamici, gli operatori possono – ad esempio grazie alla nostra Portable Control Station (PCS) – trasportare e gestire i droni, oltre che visualizzare in diretta i flussi video (spettro visibile e termico) e trasmettere in maniera criptata il video alla centrale operativa. In questo modo permettiamo anche videoconferenze tra l’operatore in loco ed altri utenti, e rendiamo immediata la condivisione delle informazioni.

Per gli scenari statici, invece, stiamo lavorando ad HANGAR, che grazie al sistema di ricarica veloce e alla intelligenza integrata, permette la gestione autonoma dell’intero sistema di volo: monitoraggio delle condizioni meteo, atterraggio e decollo automatici, missioni programmate e missioni on-demand. La struttura è studiata per essere resistente e waterproof, garantendo l’operatività anche in ambienti ostili e il collegamento in-cloud permette l’accesso ai dati in real-time anche da remoto.

Nella sicurezza e nella sorveglianza privata alcuni esempi sono la sorveglianza perimetrale o di ampie aree: campi fotovoltaici, depositi di veicoli e infrastrutture sensibili o la sicurezza durante eventi (sportivi, musicali, …). Parlando di pubblica sicurezza, invece, alcuni esempi sono ricognizioni rapide (es.: incidenti stradali, abusi edilizi), sorveglianza estesa (Parchi nazionali, luoghi di interesse, grandi folle), ispezioni di siti pericolosi, supporto tattico e ricerca superstiti.

Il territorio – Come si inserisce l’utilizzo dei droni in relazione a protezione, riqualificazione del territorio e alla bonifica dei siti contaminati?

Abbiamo già visto interessantissimi esempi dell’uso di droni in contesti di emergenze come i tristemente noti terremoti, sia per ricerca superstiti che per mappare in maniera accurata e veloce i territori e lo stato delle infrastrutture e degli edifici.

In tema di protezione del territorio ci sono grandi potenzialità di applicazione ad esempio nella prevenzione e nel contrasto degli incendi (grazie alle termocamere). Relativamente alla bonifica dei siti contaminati o ad altre possibili applicazioni dobbiamo tenere a mente una cosa: i droni sono degli oggetti volanti che possono portare in volo sensori e oggetti potenzialmente di qualsiasi tipo.

Ora, è evidente che la sfida sta nel capire come relazionare dimensioni e peso di questi oggetti e sensori con l’autonomia, le dimensioni e in generale le capacità di volo dei droni. Un drone potrebbe ad esempio ricercare ed identificare aree le cui caratteristiche corrispondono a certi tipi di parametri (come la concentrazione di una determinata sostanza nell’aria) e diffondere un disinfettante, emanare raggi UV o, più in generale, altri tipi di energia, utili allo scopo che si ha.

I settori – Ogni settore ha un impiego caratterizzante che vi pone richieste di personalizzazione?

Settori diversi hanno bisogno di droni diversi. I potenziali settori di applicazione sono innumerevoli. E questo si porta dietro delle complicazioni: una stessa azienda che per vari motivi opera in scenari diversi è costretta ad utilizzare – ad esempio – un multi-rotore equipaggiato di termocamera per alcuni scopi e un drone ad ala fissa con video-camera full-HD per altri.

E solitamente è tutto diverso: interfacce di controllo, modalità di trasmissione e quant’altro. È per questo che abbiamo ideato Cerebro, un’unità di controllo modulare che riconosce automaticamente il tipo di drone in cui lo inseriamo e i sensori montati a bordo e che – a prescindere da tutto questo – fornisce all’utente sempre la stessa interfaccia e le stesse modalità di controllo e trasmissione.

I nostri airframe inoltre sono dotati di doppio sensore (full-HD e termocamera). In questo modo siamo riusciti a coniugare la standardizzazione dei prodotti con la soddisfazione delle ampie esigenze dei mercati a cui ci riferiamo. Ciò detto, a fronte di progetti speciali che ci vengono proposti o da sfide particolarmente complesse o interessanti, valutiamo di volta in volta se e come dedicarci alla personalizzazione di una certa quantità di prodotti per un utilizzo specifico.

La digitalizzazione – Di tutte le tecnologie moderne, il drone sembra quella più fisica e tangibile. Quanta componente digitale invece c’è in questi nuovi strumenti, e a cosa serve, come si impiega?

Tantissima! Se pensiamo al drone come un sensore volante, perché di questo si tratta, possiamo facilmente immaginare quanto conti il “digitale” nei risvolti che questo ha – ad esempio – da un punto di vista di rilevamento, elaborazione e trasmissione dei dati.

Inoltre il drone – se soddisfa determinati requisiti – è a tutti gli effetti, perlomeno per noi in ADPM Drones, un artefatto digitale e come tale parte dell’IoT, con tutte le considerazioni che questo porta con sé. Grazie alle componenti digitali i nostri droni sono connessi a internet, ri-programmabili da remoto in tempo reale e interattivi (ad esempio rispetto alle condizioni ambientali). Ovviamente il design del prodotto e le caratteristiche di volo hanno la loro importanza, ma l’aspetto digitale è fondamentale.

Posizionamento – Perché avete scelto di produrre solo droni leggeri?

In molti si chiedono spesso perché, al netto delle previsioni più rosee, i droni non volano tutt’intorno a noi ogni giorno. Le ragioni sono molteplici, ma principalmente perché:

1) pilotarli è generalmente complesso e

2) la regolamentazione è abbastanza stringente.

Ci siamo dedicati ai droni leggeri proprio per queste due ragioni: comandare un drone da 300 grammi (poco più pesante di molti smartphone in commercio) è sicuramente più facile che farlo con uno da qualche chilo, proprio da un punto di vista tecnico.

Inoltre, il regolamento italiano permette agli operatori di utilizzare droni di peso inferiore a 300 grammi – che devono rispettare anche altre caratteristiche, ma principalmente questa – in scenari dove altre categorie di droni non sono ammessi e, soprattutto, di farlo senza dover sostenere esami o prendere brevetti di alcun tipo.

E questo per le aziende è un grande vantaggio. Questa soglia di peso, con l’evoluzione dei regolamenti a livello europeo e internazionale, si muoverà con ogni probabilità verso i 250 grammi. È infatti questo il limite di peso che rispetteremo con la nuova linea di prodotti su cui stiamo lavorando.